Ripropongo un post di Patrizia Gentilini, Medico oncologo ed ematologo, membro di ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente, che ringrazierò sempre per la professionalità, l’amore e la dedizione con cui svolge il suo lavoro e si prende cura della salute delle persone e del Pianeta.
Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute
E’ nata a Faenza nel 1949, si è laureata in medicina e chirurgia a Bologna nel 1975, specializzata in Oncologia a Genova nel 1980 e poi in Ematologia a Ferrara nel 1988.
Ha lavorato nei consultori familiari e poi dal 1979 stabilmente in Oncologia presso l’ospedale di Forlì occupandosi sia di Prevenzione-Diagnosi Precoce che di Terapia dei tumori, da 3 anni a questa parte si è prevalentemente occupata di paziente con problemi di tipo oncoematologico. A fine 2007 si è ritirata dall’esercizio attivo della professione.
Fa parte dell’Associazione contro Leucemie, Linfomi, Mieloma (AIL) sezione Forlì-Cesena, con l’incarico di vice presidente. Fa inoltre arte dell’Asociazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia).
Partiamo da un dato fondamentale:
Le linee-guida dell’OMS del 6 Aprile sono chiare: l’uso delle mascherine è sconsigliato per i cittadini perché è probabilmente controproducente sia per proteggere se stessi che gli altri.
Coronavirus, l’Oms sulle mascherine: «Nessuna prova che servano a tutti». Burioni: «Che delusione»
Pubblicata la nota ufficiale che sottolinea l’importanza della protezione su malati e operatori sanitari ma non generalizza il consiglio per le persone sane. L’Oms ha appena pubblicato la nota attesa, con data 6 aprile, e non ha cambiato idea. Sostiene, in sintesi, che le mascherine sono utili per non diffondere il virus se indossate da persone malate e sono indispensabili per gli operatori sanitari, ma invita alla cautela rispetto all’uso generalizzato, sottolineando che non ci sono sufficienti prove scientifiche del fatto che le mascherine aiutino una persona sana a evitare l’infezione.
I 6 punti cruciali della questione secondo il Dott. ANTONIO LAZZARINO, medico epidemiologo che lavora in Inghilterra e consulente del Governo inglese. I punti sotto riportati sono la sintesi di questo suo articolo:”In molti mi avete chiesto approfondimenti rispetto ai motivi per cui la mascherina possa fare più male che bene ai normali cittadini per la loro protezione quotidiana dal, coronavirus sia per chi la porta pensando di proteggere il prossimo, sia per chi la porta pensando di proteggere se stesso. Ecco alcuni approfondimenti:
(1) Punto
Con la mascherina ti senti più protetto e applichi di meno il distanziamento sociale e il lavaggio delle mani. Non puoi farci nulla; è un effetto inconscio. Metti a rischio te stesso e gli altri.
(2) Punto
Il volume e la qualità della voce di persone che parlano con la mascherina sono notevolmente ridotti e le persone spontaneamente e inconsciamente si avvicinano per ascoltarsi meglio, contagiandosi più facilmente (ricordati che la mascherina non filtra il virus).
(3) Punto
La mascherina ti fa andare negli occhi l’aria calda e umida che espiri. In molte persone ciò genera cefalea. In quasi tutti genera un fastidio agli occhi che ti spinge a toccarteli. Non puoi farci nulla; è un riflesso istintivo. L’occhio è una corsia preferenziale per i virus. Se hai le mani contaminate, infetti te stesso.
(4) Punto
Respirare col la mascherina è più faticoso e richiede più lavoro per i muscoli respiratori (tant’è che è intollerabile da usare per chi ha certe malattie ai polmoni). Inoltre con la mascherina inspiri una quota di anidride carbonica precedentemente espirata. Questi due fenomeni determinano un aumento della frequenza e della profondità del tuo respiro: stai agevolando il virus ad andare più in profondità nei tuoi polmoni.
(5) Punto
Per fare il tampone si usa il cotone. Quest’ultimo serve a “catturare” i virus mantenendoli “idratati” e dunque “vivi”. Di che cosa sono fatte le mascherine? Di cotone! Se sei infetto e indossi la mascherina ti porti a spasso miliardi di virus felici e ben nutriti dal vapore acqueo che espiri continuamente, una specie di nuvoletta di Fantozzi attorno alla tua testa per il raggio di circa mezzo metro. Non sappiamo quanto spesso si debba cambiare la mascherina per limitare questo effetto al minimo, ma sicuramente esso non si può eliminare del tutto, a meno che non si elimini la mascherina. Una persona con la mascherina è più infettiva di una persona senza mascherina. Inoltre, guai a toccare la mascherina con le mani o a gettarla in modo non appropriato! Insomma la mascherina è un vero e proprio veicolo d’infezione.
(6) Punto
Il sistema immunitario di cui spesso si parla costituisce una seconda linea di difesa. La nostra prima linea di difesa consiste invece nel cosiddetto sistema immune innato. Questa è una prima risposta rapida ad un attacco, non dipende dal tipo di attacco, non ha memoria, è attivo contro tutti i virus e batteri, nuovi o vecchi, quindi funziona anche contro il COVID19 Il sistema innato sostanzialmente uccide subito i microbi grazie ad alcune reazioni chimiche. Lui dà delle forti sberle a chiunque si avvicini, cacciandolo via. Questa super-arma super-rapida ha però uno svantaggio: se gli attacchi sono tanti, non ce la fa a combatterli tutti. Se tu sei fortunato, entri in contatto con una quantità minima di virus e lo distruggi subito col tuo sistema innato. Il gioco è fatto. Se porti la mascherina, il virus lo respiri ugualmente ma la piccola quantità che hai inalato rimane lì vicino, a due passi dalle tue cellule epiteliali, il virus insiste su di te, e probabilmente avrà la meglio sul tuo sistema innato. A quel punto scatta la difesa del sistema immunitario propriamente detto: ti sei ufficialmente contagiato. Una volta infetto, continui a portare la mascherina e quindi continui a determinare un aumento del carico virale, con conseguente aumento del carico di lavoro per il tuo sistema immunitario. Sarebbe bello poter studiare quante infezioni asintomatiche sono diventate sintomatiche e gravemente sintomatiche a causa della mascherina.
Se pensi che questi effetti siano irrilevanti, devi disegnare e condurre uno studio epidemiologico valido che dimostri la tua tesi. Infatti, per il principio precauzionale, non possiamo consigliare né tanto meno obbligare i cittadini ad indossare mascherine finché questi effetti non saranno ben quantificati; sarebbe come mettere in commercio un farmaco senza prima averlo sperimentato.
A fronte di questi svantaggi, la mascherina ha un solo vantaggio: ferma le gocce di saliva (di cui s’imbeve) e ti consente di tossire e starnutire senza dover fare l’immane sforzo di metterti un fazzoletto o il gomito d’avanti alla bocca. Tuttavia, i virus si trasmettono anche e soprattutto attraverso le goccioline minuscole, che la mascherina non filtra. Inoltre, se hai tosse e starnuti devi stare a casa in stretto isolamento, non puoi uscire neanche per fare la spesa o per andare in farmacia. Insomma, per contrastare quest’epidemia, la mascherina non serve neanche a svolgere l’unico compito per cui potrebbe essere utile.
Le linee-guida dell’OMS del 6 Aprile sono chiare: l’uso delle mascherine è sconsigliato per i cittadini perché è probabilmente controproducente sia per proteggere se stessi che gli altri.
In alcune regioni italiane vi è l’obbligo di portare la mascherina.
Se io fossi un parente di una vittima contagiatasi dopo l’istituzione di tale obbligo, non esiterei a denunciare penalmente chi lo ha istituito.
Riferimenti: Patrizia Gentilini, ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente
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