Il segretario di + Europa ammette di aver ricevuto la somma di denaro in una delirante intervista al Corriere: “Ha deciso di spendere la parte finale della sua vita dando contributi a forze che combattono per le sue idee, dall’immigrazione all’antiproibizionismo, alla democrazia”
Trecentododici mila euro ricevuti in campagna elettorale: una cifra importante che spiccava nella dichiarazione patrimoniale del segretario di + Europa Benedetto della Vedova che oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera svela il mistero e ammette che la somma di denaro gli è stata data dal filantropo George Soros.
Alla domanda se ci fosse “lo zampino” del finanziere ungherese, il senatore ha replicato: “Certo. Non c’è nulla di nuovo e nulla di strano”. Della Vedova ha anche sostenuto che non sia singolare il fatto che Soros decisa di offrire soldi a singoli parlamentari e non a un partito politico: No. La legge prevede i contributi ai candidati e dunque perché no?”, è la replica, specificando che la somma di 312 mila euro è cospicua perché “ero candidato in cinque circoscrizioni”.
Il segretario di + Europa ha affermato che in cambio di quella cifra Soros “non ci ha mai chiesto nulla. Il suo è un contributo ideale. Sono note le sue battaglie, che sono le nostre. Ha deciso di spendere la parte finale della sua vita dando contributi a forze che combattono per le sue idee, dall’immigrazione all’antiproibizionismo, alla democrazia”.
Nulla in cambio. Tranne portare avanti l’agenda politica dello speculatore apolide.
Soros è il grande sacerdote dell’entropia globale. La sua agenda coincide perfettamente con quella radicale, oggi rappresentata da +Europa, da sempre: liberismo dall’economia al pancione delle donne incinte. Tutto è prodotto. Tutto è consumo. Non esiste identità e non esiste società. Solo l’istante. Che è poi il mantra delle pubblicità televisive propagandato ogni giorno tutto il giorno.
Il che strano non è, dal punto di vista dell’apolide Soros: un ebreo la cui famiglia ha lasciato l’Ungheria – anche se sul padre ci sono storia – non può che avere il terrore di ogni società omogenea e sana. E quindi, come reazione patologica, ecco come si difende da questa paura: distruggendo le società bianche e cristiane. Ed è talmente patologica, questa reazione, che lo stesso fa con l’omogeneo e sano Israele.
Denunciare Soros e il suo piano di nuovo ordine mondiale, quindi, non è antisemitismo, è antiglobalismo.
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