In queste ore è in corso un fatto grave e senza precedenti: l’eurodeputata Pina Picierno ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea contro Byoblu, accusandoci di aver violato le sanzioni UE per aver intervistato – in collegamento remoto – il giornalista russo Vladimir Solov’ëv.
In un’Europa che si definisce democratica, dove la libertà di stampa è garantita da trattati e costituzioni, si tenta ora di trasformare un atto giornalistico – fare domande – in un crimine.
Byoblu ha deciso di rispondere con una lettera aperta alla Commissione Europea, per difendere non solo il proprio diritto di informare, ma il diritto di tutti i cittadini a conoscere, capire e scegliere liberamente. Perché senza informazione libera, la democrazia diventa una parola vuota.
Se sottoscrivi questa lettera, in fondo alla pagina, la manderemo alla Commissione UE con tutte le firme dei cittadini europei che non sono d’accordo con le ingerenze della politica sulla libertà di stampa.
Lettera aperta alla Commissione Europea
Egregi Commissari,
i cittadini italiani ed europei stanno osservando con crescente preoccupazione gli sviluppi che coinvolgono il ruolo dell’informazione libera nel contesto dell’Unione Europea. In particolare, ci rivolgiamo a Voi a seguito dell’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Pina Picierno il 25 aprile 2025, nella quale si suggerisce che la piattaforma giornalistica indipendente Byoblu avrebbe violato le sanzioni UE contro la Federazione Russa per aver realizzato un’intervista, in collegamento remoto, con il giornalista russo Vladimir Solov’ev.
È opportuno, prima di procedere, chiarire che Byoblu è un media televisivo italiano a diffusione nazionale, visibile sul digitale terrestre, sul satellite e in diverse regioni anche oltreconfine, tra cui la Svizzera italiana. Byoblu è una testata registrata, soggetta alla legge italiana sulla stampa e all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che si finanzia esclusivamente grazie al contributo volontario dei cittadini. La sua missione è offrire un’informazione pluralista, indipendente e critica, nel pieno rispetto dei valori costituzionali.
L’interrogazione, nella sua sostanza, solleva una questione cruciale: in Europa, è ancora lecito fare domande? È ancora permesso intervistare, raccontare, contestare e analizzare anche le voci più scomode, come prevede ogni sano sistema democratico? O siamo entrati in una nuova stagione nella quale il giornalismo viene valutato in base alla sua conformità politica?
Desideriamo richiamare la Vostra attenzione sui principi fondanti dell’Unione Europea. L’articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, così come l’articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, sanciscono in modo chiaro e inequivocabile la libertà di espressione e di stampa, includendo il diritto di ricevere e diffondere informazioni senza ingerenze da parte delle autorità pubbliche.
Byoblu ha esercitato questo diritto nella forma più pura: offrire un’intervista per colmare un vuoto informativo generato da una censura preventiva, per di più in una rete televisiva pubblica. L’intervista non è stata retribuita, non ha violato alcun blocco economico, non ha avuto luogo fisicamente nell’Unione Europea. Si è trattato esclusivamente di giornalismo: domande e risposte, nel rispetto del pluralismo e dell’autonomia redazionale.
Chiediamo quindi alla Commissione:
- Ritiene che la libertà di stampa comprenda anche la facoltà di interrogare personalità controverse, allo scopo di comprendere, analizzare, e informare il pubblico?
- Considera che una tale attività, svolta senza scambi economici o vantaggi materiali, possa in qualche modo costituire una violazione delle sanzioni UE?
- Ritiene che l’interrogazione dell’onorevole Picierno sia compatibile con lo spirito democratico dell’Unione, o rappresenti piuttosto un tentativo di intimidazione politica verso una voce giornalistica indipendente?
- Quali garanzie può offrire la Commissione ai cittadini europei che pretendono il rispetto della libertà di stampa, anche quando questa sfida le narrazioni dominanti?
Se in Europa si arriva a considerare fuorilegge un’intervista, quale sarà il prossimo passo? L’abolizione del diritto di parola? La chiusura delle redazioni non allineate? La punizione di chi osa dubitare, approfondire, o semplicemente fare domande?
Noi non ci stiamo. Riteniamo che la libertà di stampa sia la prima frontiera della democrazia. E chi la attacca, anche con strumenti apparentemente legali ma profondamente illiberali, si pone in contrasto con la storia, la cultura e i valori che hanno dato vita all’Unione Europea.
In attesa di una Vostra risposta formale, continueremo a esercitare il nostro diritto e dovere di informare.
Con rispetto, ma con ferma determinazione,
Claudio Messora
Editore e Amministratore Unico
Media Pluralisti Europei S.p.A.
Editore della testata giornalistica e televisiva Byoblu
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