Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    giovedì, Novembre 6
    Facebook X (Twitter) Instagram
    OggiNotizie
    • Home
    • Articoli
      • Primo piano
      • Attualità
    • Pubblica
    • Rubriche
      • Tutti gli articoli Oggi Notizie
      • Offerte di lavoro
      • Punti di vista
        • La macchina di Ettore Majorana
        • IL GRANDE RISVEGLIO: Il mondo come non lo conosciamo (Crolla Cabala Crolla)
        • Storia Perduta della Terra Piana
        • Corrado Malanga – tecnica per vedere attraverso le piramidi
        • Le buffonate della NASA
        • Alex Semyase
      • Scienza
      • Salute
        • Le chicche di Terry
        • Terapia domiciliare COVID
        • Vaccini
      • Registra tua azienda
        • Aziende
        • Sconto Savings Card
      • Evoluzione spirituale
        • Psicologia
        • Legge di attrazione
      • Economia
      • Leggi
        • Avvocati per la Costituzione
        • Download documenti
      • Sessualità oggi
      • Cinema
      • Eventi
      • Motori
      • Musica
      • Letteratura
        • Lettere / Opinioni
      • Cucina
    • Articoli in anteprima
    • Sostienici
    • Collegamenti
    • Download
    • Contatti
    • Iscriviti
    OggiNotizie
    Home»Attualità»Il piano per sostituire la Meloni con Calenda non decolla: la paralisi dello stato profondo italiano
    Attualità

    Il piano per sostituire la Meloni con Calenda non decolla: la paralisi dello stato profondo italiano

    6 Novembre 20257 Mins Read
    Il piano per sostituire la Meloni con Calenda non decolla - la paralisi dello stato profondo italiano
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn WhatsApp Email

    A palazzo Chigi, è da qualche settimana che si susseguono frenetici e fitti incontri a porte chiuse di vari personaggi della politica italiana riunitisi per discutere di uno scenario.

    Se ne era parlato già nel mese di giugno quando a Cernobbio si tenne un’anticipazione segreta del famoso, o famigerato, Bilderberg italiano, sulla quale gli organi di stampa italiani non dissero una parola.

    Allora i vari peones dello stato profondo italiano si diedero appuntamento con diversi rappresentanti dei servizi inglesi e francesi per discutere di un avvicendamento governativo in Italia che avrebbe dovuto mettere sulla poltrona di premier Carlo Calenda al posto di Giorgia Meloni.

    Cernobbio già espresse all’alba delle elezioni politiche del 2022 il suo gradimento per l’ex ministro dello Sviluppo Economico, non perché il politico Calenda spicchi per doti che non ha e mai ha avuto, ma soprattutto per la sua spregiudicatezza e sfrontatezza nel voler provare a difendere ciò che è rimasto dell’eurocrazia e della cosiddetta anglosfera.

    Calenda sembra il più allarmato, il più preoccupato da un cambio di status quo che nel giro di pochissimi anni sta spazzando via equilibri consolidati, stabiliti molto tempo prima a Yalta dal suo amato massone Winston Churchill, ancora oggi assoluto feticcio dell’establishment liberale europeo.

    Giorgia Meloni semplicemente non viene ritenuta abbastanza ferma e decisa nel voler provare a difendere l’Unione europea, non perché Lady Aspen coltivi qualche inesistente velleità sovranista, ma piuttosto perché il presidente del Consiglio ha adottato sin dal principio una strategia di deresponsabilizzazione riguardo all’incarico che ricopre.

    Meloni è il presidente del Consiglio degli eterni viaggi, che sotto la sua gestione sono arrivati ad un ritmo tale da far impallidire i vari predecessori di palazzo Chigi, e l’interminabile tour meloniano non è certo dovuto alla costruzione di una qualche politica estera, ma alla vetrina, alle strette di mano insignificanti che nulla spostano, utili però per starsene il più lontano possibile da Roma.

    I vari esponenti dell’establishment sono profondamente scontenti, e non è certo un segreto.

    Tra i più irritati, c’è proprio lui, Sergio Mattarella, il presidente che sta di fatto tentando di riempire il vuoto governativo attraverso una interminabile serie di dichiarazioni che sono dettate chiaramente dalla volontà di difendere a tutti i costi l’ultimo flebile baluardo della governance globale, l’Unione europea,e di alzare le tensioni con Mosca, sempre alla disperata e folle ricerca di un casus belli contro Mosca, nella speranza, o meglio nell’illusione, che Washington si schieri al fianco di Bruxelles.

    Mattarella già a suo tempo richiamò la Meloni.

    La invitò ad essere più decisa, a non lasciarsi andare al “pacifismo”,  per spingerla di fatto verso un ulteriore aumento della tensione con la Russia.

    Lady Aspen fece e fa tuttora orecchie da mercante, e allora ecco che i vari esponenti della liberal-democrazia italiana si sono messi al tavolo per studiare soluzioni alternative nella speranza di avere un capo di governo che vesta i panni del kamikaze politico, un po’ come hanno fatto i vari Starmer e Merz, ormai impegnati in quotidiane provocazioni contro Mosca.

    Alcuni ancora evocano il nome di Mario Draghi, soprattutto dalle parti del Foglio, ma nella redazione dell’elefantino, si è probabilmente aperta una dimensione temporale alternativa, una nella quale Draghi non si è dimesso nell’estate del 2022, ma è ancora presidente del Consiglio e garante dell’esecuzione del Grande Reset di Davos in Italia.

    Un Mario Draghi sempre più “sciupato” nelle sue recenti uscite pubbliche

    La classe politica italiana, semplicemente, non sa cosa fare.

    Draghi era pressoché “ perfetto” perché consentiva a tutti di ripararsi dietro questo parafulmine tecnico, sottranedo alla politica ogni responsabilità, una condizione ideale dal 2020 in poi perché i partiti da allora non godono più di alcuna fiducia presso il popolo italiano.

    L’uomo del Britannia comprese però che qualcosa era cambiato.

    Venute meno le condizioni minime per proseguire l’agenda del mondialismo, tolse il disturbo, e da quel preciso istante sembra posseduto da un raptus logorroico che lo porta a ripetere in continuazione che occorre compiere il salto successivo verso gli Stati Uniti Europa, nella speranza che il mantra finalmente funzioni e tolga le castagne dal fuoco al fragile sistema politico italiano.

    La Meloni è stata di conseguenza una scelta obbligata.

    Una volta caduto il governo Draghi, era a capo del partito che in quel momento aveva più consensi, ma l’apparato resta insoddisfatto, vorrebbe altro, in particolare un premier più agguerrito verso la Russia e Trump, e allora il nome di Calenda resta in cima alla lista.

    Secondo fonti della presidenza del Consiglio, ci sono state diverse riunioni nelle scorse settimane nei vari palazzi e case dei potenti, e in queste c’era proprio Carlo Calenda, il quale avrebbe ribadito ancora una volta la sua disponibilità a bere “l’amaro calice”, ma si fa fatica a trovare la quadra.

    Sulla carta, un governo Calenda dovrebbe essere una riedizione in salta politica delle larghe intese montiane volute da Giorgio Napolitano nel 2011, vera e propria quinta colonna dell’Unione europea e del gruppo Bilderberg, soltanto che stavolta di tecnici non ce ne sarebbe nemmeno uno, soprattutto perché dalla fine del governo Draghi hanno tutti tagliato la corda, consci che ormai non c’erano più le precedenti sponde sovranazionali.

    A fare da sherpa per queste manovre di larghe intese, sarebbe Matteo Renzi, l’ex rottamatore caduto in disgrazia e giunto sul finire della sua artificiale carriera politica, sempre più preoccupato tra l’altro per le evoluzioni della inchiesta sullo Spygate negli Stati Uniti che ha rinviato a giudizio l’ex direttore dell’FBI, James Comey, e che presto potrebbe arrivare proprio all’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, accusato di aver ordinato il golpe del 2016 ai danni del presidente Trump.

    Renzi veste così i panni del pontiere di questo eventuale governo allargato che avrebbe l’appoggio del centrodestra, sempre più vicino a Calenda, e di pezzi del cosiddetto “campo largo” del PD e del M5S, ormai sempre più insignificanti e prosciugati come tutti dalla emorragia dell’astensionismo.

    Eppure non c’è ancora il “habemus Calenda”.

    Si fa fatica a chiudere un accordo che dovrebbe accompagnare fuori dalla porta una Meloni praticamente impalpabile che non avrebbe difficoltà a lasciare palazzo Chigi, purché le si dia qualche incarico, preferibilmente all’estero o presso la Commissione europea.

    Gli equilibri sono fragilissimi.

    Ci sono alcuni politici e altri esponenti dell’establishment che temono che se si arrivasse ad un avvicendamento al governo, la strada per comporre un nuovo esecutivo si farebbe inevitabilmente sempre più in salita, per via delle fragilità e divisioni dei vari partiti.

    La crisi è generale e sistemica.

    Non si tratta di un qualche male passeggero della disgraziata Seconda Repubblica, ma qualcosa di più profondo che affonda le sue radici nell’impalcatura stessa della repubblica di Cassibile, dei suoi tradimenti e delle sue garanzie americane che oggi sono sparite.

    Se si muove qualcosa, c’è soltanto il rischio di aggravare ancora di più una situazione già delicatissima per i vari peones che temono di non sopravvivere a questa nuova fase della storia.

    Va in scena così lo stallo.

    Nonostante il Quirinale abbia già dato la sua approvazione per le larghe intese calendiane, i partiti non riescono a mettersi d’accordo.

    C’è il timore citato che se si sposta qualcosa, tutto possa precipitare definitivamente, ma giunti a tal punto, la differenza ormai è praticamente irrilevante.

    L’establishment italiano è come uno scacchista che ha perduto i pezzi strategici, e che muove il re da una parte all’altra nel tentativo di salvarlo.

    Lo scacco matto però è sempre più vicino.

    E’ soltanto questione di poche mosse.

    Fonte: https://www.lacrunadellago.net/il-piano-per-sostituire-la-meloni-con-calenda-non-decolla-la-paralisi-dello-stato-profondo-italiano/


    Siamo entusiasti di comunicarvi la partnership tra Oggi Notizie e Anime Libere, un social libero da CENSURE, Intelligenza Artificiale, e algoritmi di controllo. Con il nuovo social Anime Libere hai la possibilità di pubblicare tu stesso notizie e argomenti di tuo interesse, aprire gruppi pubblici o privati e interagire con tutti gli iscritti attraverso una chat in tempo reale. Anime Libere preserva e promuove la possibilità di esprimersi e condividere opinioni, incoraggiando una discussione rispettosa e civile tra gli utenti.
    Anime Libere non solo è totalmente gratuito, ma chi volesse sostenere il progetto sottoscrivendo un abbonamento avrà la possibilità di GUADAGNARE invitando amici ad iscriversi e monetizzare tramite i contenuti che pubblicherà

    Anime libere
    Carta prepagata Vivid nessun controllo fino a 5000 euro





    Il piano per sostituire la Meloni con Calenda non decolla: la paralisi dello stato profondo italiano
    Share. Facebook Twitter LinkedIn WhatsApp Email

    Related Posts

    La rivolta delle imprese contro Merz e l’insostenibilità dell’euro per la Germania

    5 Novembre 2025

    Ci risiamo con la demenza: Brescia, stop alle visite nel Fatebenefratelli “Aumentano i casi Covid”

    30 Ottobre 2025

    VIA LIBERA A NUOVE SANZIONI: L’EUROPA SI PUNISCE DA SOLA

    29 Ottobre 2025

    Comments are closed.

    Articoli recenti
    • Il piano per sostituire la Meloni con Calenda non decolla: la paralisi dello stato profondo italiano
    • FERRARI CROLLA IN BORSA: in un giorno la capitalizzazione si è ridotta di un sesto!
    • La rivolta delle imprese contro Merz e l’insostenibilità dell’euro per la Germania
    • Ti chiedono ancora il tampone? Puoi inviare al medico un’indagine disciplinare! (scarica i format)
    • L’Ue tira il freno sul Green Deal
    Archivi
    OggiNotizie

    OggiNotizie é un blog di notizie selezionate tra quelle presenti in rete su altri siti di informazione. OggiNotizie non rappresenta una testata giornalistica, ma é un sito indipendente di informazione alternativa, che ha come obiettivo primario quello di divulgare notizie relative ai temi di maggiore interesse e che spesso non vengono rese note dall’informazione tradizionale.
    OggiNotizie non simpatizza per nessuna forza e nessun movimento politico, diamo spazio a tutti per esprimere le loro opinioni e promuovere le loro iniziative.
    Consigliamo, in ogni caso a tutti i lettori di fare le proprie ricerche personali su tutti gli argomenti trattati.

    Link utili

    Oasi Agency
    Registro imprese
    Agenzia Entrate
    Governo Italia
    Inps 
    Nuovo social libero
    Carta risparmio Anime Libere

    Archivi
    Facebook X (Twitter) Instagram Pinterest
    © 2025 By Oasi Agency Group - CALI "Dagua Valle" P. IVA 20190010193-UNI

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.