Di fatto la crisi in atto è molto più grave di quello che pensiamo. Non sono in ballo solo i diritti. E’ in gioco la nostra sopravvivenza umana: o si vive o si muore. Perché il lavoro, il cibo, la cultura, i beni essenziali non saranno più garantiti. Da nessuno. E purtroppo siamo caduti nella trappola già preparata da tempo dai padroni universali, perché in assenza di una teoria della crisi, pensando che il nostro modo di vivere non fosse negoziabile, abbiamo contribuito inconsapevolmente a preparare la guerra contro noi stessi. Ma noi non vogliamo essere catastrofisti e vogliamo provare a costruire un mondo nuovo, fatto di educazione, garbo, rispetto, gentilezza, saggezza, poesia e conoscenza. Un luogo finora solo agognato, in cui ritrovare il tempo dell’Uomo e le risposte del nostro spirito come della Natura che non intende più essere comprata.