Il governo lascia i governatori e i sindaci liberi di attuare delle strette a livello locale. Ecco tutti i provvedimenti previsti dalle ordinanze dei presidenti di Regione.
L’Italia si appresta ad una nuova graduale chiusura. La situazione epidemica spaventa non poco i governatori e i vari sindaci delle città che cercano di correre ai ripari interrompendo la macchina dei contagi con dei provvedimenti ad hoc che inaspriscono le normative imposte del nuovo DPCM firmato dal presidente del consiglio.
Sebbene la possibilità di un nuovo lockdown generale come quello che abbiamo vissuto lo scorso marzo sia una possibilità scongiurata da tutti, il premier Conte, nel corso della sua conferenza stampa, ha ricordato che è necessario fronteggiare l’impennata di nuovi contagi che non sta investendo solamente il nostro Paese ma l’Europa intera.
Adesso si attendono i nuovi dati relativi ai contagi, che potrebbero comportare altre restrizioni, intanto in diverse Regioni è stato attuato il coprifuoco e torna in vigore l’autocertificazone, proprio come durante la scorsa fase acuta della pandemia. Dal governo invece arriva l’esortazione a ridurre gli spostamenti non necessari.
I provvedimenti a livello nazionale
Con un decreto, il governo ha imposto dallo scorso 8 ottobre l’obbligo di indossare sempre la mascherina in tutti i luoghi aperti e al chiuso a prescindere dal mantenimento della distanza di sicurezza. Anche all’interno delle proprie case, qualora dovessero essere presenti persone non appartenenti al proprio nucleo familiare, è necessario indossare i presidi di protezione.
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Con il nuovo DPCM viene inoltre data la possibilità ai sindaci di chiudere vie e piazze dove si creano assembramenti. Delle ulteriori strette sono state imposte anche per le attività di ristorazione, per cui sono stati previsti dei limiti di orario per le aperture e un numero massimo di persone sedute allo stesso tavolo. Vietate anche sagre, fiere e congressi. Per quanto riguarda la didattica le lezioni resteranno di presenza, salvo specifiche ordinanze. Le sale bingo e scommessedovranno chiudere entro e non oltre le 21 e l’attività sportiva dilettantistica viene proibita. Alcuni governatori regionali hanno voluto inasprire questi provvedimenti con delle specifiche ordinanze, imponendo anche il coprifuoco o il blocco della mobilità, una decisione che adesso potrebbe essere estesa dal governo su tutto il territorio nazionale.
Continua il pugno di ferro del governatore De Luca che da sempre ha intrapreso la strada della prudenza nella gestione dell’emergenza sanitaria. Con la pubblicazione di due nuove ordinanze, il presidente della Regione Campania ha imposto delle misure di prevenzione molto ferree che prevedono anche lo stop alla mobilità.
Nello specifico, i residenti della Campania non potranno più spostarsi tra le varie province della regione a meno che tali spostamenti non siano comprovati da delle specifiche necessità di lavoro, salute o familiari. Arzano, in provincia di Napoli, è stato dichiarato zona rossa e nessuno può entrare o uscire dal comune. La didattica in presenza rimane sospesa per le scuole primarie e secondaria. L’ordinanza firmata da De Luca resterà in vigore fino al 30 ottobre.
Intanto nelle ultime ore il governatore De Luca ha chiesto al governo di attuare un lockdown totale con cui fermare la mobilità tra le regioni. Secondo il presidente della Campania infatti le misure attuate fino ad ora sono inefficaci e ha richiesto delle misure più ferree per contrastrare la diffusione del virus.
Lombardia: coprifuoco dalle 23
La Lombardia torna ad essere la regione più colpita dal coronavirus, tanto che solo nella giornata di ieri si sono superati i 4.000 nuovi contagi. Proprio per questo motivo il governatore Attilio Fontana ha pubblicato una nuova ordinanzache avrà validità fino al 13 novembre 2020.
Con il nuovo documento viene imposto il coprifuoco in tutta la regione a partire dalle ore 23.00 alle ore 5.00 del giorno successivo con cui vengono vietati tutti gli spostamenti non giustificati da motivi di lavoro o comprovate necessità. Durante il weekend i negozi all’interno dei centri commerciali dovranno abbassare le serrande, ad esclusione di quelli di generi alimentari.
Per quanto riguarda la didattica, si legge nell’ordinanza che: “le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali di secondo grado devono realizzare le proprie attività attraverso la didattica a distanza per l’intera classe, se ci sono già le condizioni di effettuarla e salvo eventuali bisogni educativi speciali”.
Liguria: riduzione della didattica in aula
Con un’apposita ordinanza, in vigore fino al 13 novembre la Regione Liguria ha disposto la didattica a distanza da alternare a quella di presenza per almeno il 50% in tutte le scuole secondarie di secondo grado, ad eccezione degli studenti del primo anno.
In tutta la regione, il governatore Toti ha inoltre disposto il divieto assoluto di assembramenti così come quello di manifestazioni pubbliche e private. Le attività di sale gioco, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 5 alle ore 18.
Anche i centri culturali e sociali e i circoli ludico ricreativi dovranno chiudere, mentre restano consentiti esclusivamente dalle 5 alle 24 i servizi di bar e ristorazione. All’interno dei centri e circoli inoltre vietata la consultazione dei giornali e il gioco delle carte.
Piemonte: centri commerciali chiusi
Il Piemonte, con un’apposita ordinanza valida fino al 13 novembre, dispone che le scuole a partire dal 26 ottobre devono ricorrere a “misure di flessibilità organizzativa”, per il 50% delle lezioni totali, alternando quindi alle lezioni in aula delle forme di didattica a distanza.
Anche il governatore Cirio, proprio come Fontana, ha disposto la chiusura dei centri commerciali durante i fine settimana, ritenendoli luoghi in cui possono formarsi assembramenti pericolosi. Il presidente del Piemonte vorrebbe scongiurare la possibilità di introdurre dei coprifuoco nella regione, che al più, precisa, potrebbero riguardare solo le aree della movida di Torino.
Lazio: coprifuoco dalle ore 24
Anche nel Lazio è stato disposto un coprifuoco a livello regionale che entrerà in vigore da venerdì 23 ottobre e avrà validità per 30 giorni. Dal prossimo fine settimana quindi tutti gli spostamenti non giustificati da necessità di lavoro o salute saranno vietati dalle ore 24 fino alle 5 del mattino.
Novità anche per le scuole, nelle quali verrà ridotta la presenza degli studenti. Nelle scuole primarie e secondarie le presenze degli studenti in aula sarà ridotta del 50% ad esclusione degli studenti del primo anno, mentre nelle università del 75%, ad esclusione delle matricole.
Nella Capitale, la sindaca Raggi ha emanato un’ordinanza con cui anticipa l’orario del coprifuoco alle ore 21 in quattro piazze della movida. A partire da questo fine settimana l’accesso a Campo de’ Fiori, piazza Trilussa a Trastevere, piazza Madonna de’ Monti, via del Pigneto/via Pesaro sarà contingentato e permesso unicamente per recarsi in un bar o ristorante o per raggiungere il proprio domicilio.
Sardegna: in arrivo lo “Stop & Go”
Per proteggere la sua Isola, il governatore Solinas ha intenzione di emettere un nuovo documento con cui impone il blocco della Sardegna per 15 giorni. Il provvedimento che il governatore si appresta a firmare non si confà come un vero e proprio lockdown, tanto che ha assunto la forma inedita di “Stop & Go”.
La firma dell’ordinanza è prevista per il fine settimana, e di fatto si tradurrebbe nel divieto di uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute o comprovate necessità, con molta probabilità documentate mediante l’autocertificazione e comporterebbe anche la chiusura di porti e aeroporti.
Calabria: verso il coprifuoco
È attesa per le prossime ore una nuova ordinanza anche per la Calabria, con cui verrà istituito il coprifuoco nella regione a partire dalle ore 24, fino alle 5 del mattino. La firma del documento, che avrà validità da lunedì 26 ottobre per 15 giorni, dovrebbe arrivare a breve.
Oltre al coprifuoco, la Regione Calabria ha intenzione di interrompere anche la didattica in presenza. Possibile stretta anche sugli ospedali, dove potrebbe arrivare il divieto di far visita ai pazienti da parte delle famiglie e un blocco delle visite specialistiche ritenute non urgenti.
Veneto: nuove restrizioni in arrivo
Anche il Veneto ha intenzione di introdurre delle nuove restrizioni, fa sapere il governatore della Regione Luca Zaia, il quale però ha rassicurato i suoi cittadini precisando che non verrà introdotto alcun lockdown.
Per il momento il governo veneto non ha lasciato trapelare molte informazione, ma ha solamente fatto sapere che il nuovo documento avrà come obiettivoquello di limitare gli assembramenti all’interno della regione.
Sicilia: stretta sulla movida
Anche la Sicilia si appresta a prendere delle ulteriori misure per contrastare la diffusione del virus all’interno della Regione. Per il momento non è ancora stato diffuso alcun documento ufficiale, che potrebbe arrivare nelle prossime ore, che avrà come obiettivo quello di limitare gli assembramenti.
Sembra che la Sicilia voglia anticipare di un’ora la chiusura di bar e ristorantirispetto a quanto sancito dall’ultimo DPCM, attuando di fatto una stretta alla movida. Prevista anche una diminuzione della capienza massima dei mezzi di trasporto pubblico, cosi come un ritorno alla dad per gli studenti delle scuole superiori.
Fonte: money.it
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