A fine settembre, ad un medico vaccinatore con 30 anni di servizio, che ha partecipato alla campagna vaccinale per il covid, è stato notificato un avviso di garanzia dell’Autorità giudiziaria per aver somministrato un “prodotto sperimentale” e aver causato una grave malattia neurologica ad una donna.
Lo riporta giovedì 3 novembre il giornale belga Le Soir, precisando che la denuncia è al vaglio del Tribunale di Nivelles, nella regione di Brabante Vallone.
Secondo l’accusa, la donna sarebbe stata incoraggiata dal suo medico a vaccinarsi senza però venire informata adeguatamente sui rischi connessi alla vaccinazione. Il riferimento è in particolare al fatto che all’epoca della somministrazione, i vaccini autorizzati al commercio dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, avevano ancora un via libera condizionato a successive verifiche di vigilanza su eventuali effetti collaterali.
La donna non era stata informata delle “condizioni” particolari con cui si era arrivati all’autorizzazione dei vaccini, e dunque dei rischi non contemplati all’epoca della somministrazione, ossia quei possibili effetti avversi che sono stati certificati in una seconda fase (nell’ambito della cosiddetta “rolling review”) sulla base dei dati che arrivavano dai centri di vaccinazione dei vari Stati membri.
Lo ha reso noto lo stesso medico denunciato, una dottoressa con 30 anni di esperienza alle spalle che, nonostante le gravi accuse, continua ad offendere sui social: “La querelante è riuscita a trovare pseudo-medici che avevano scritto pseudo-attestazioni affermando pseudo-collegamenti tra le sue condizioni e la mia siringa Big Pharma”, ha scritto su Facebook.
“La segretezza dell’indagine non mi permette di citarli, ma avrete intuito che parliamo degli stregoni del mondo no-vax e cospirativo del Belgio, alcuni licenziati dai loro ospedali per queste ragioni”, ha aggiunto.
Adesso il caso passa nelle mani dei giudici, che dovranno accertare se effettivamente la dottoressa è venuta meno ai suoi doveri non informando la paziente sul metodo con cui il vaccino era stato autorizzato al commercio.
Il quotidiano Le Soir precisa che l’Aviq, l’Agenzia vallone per una qualità di vita, responsabile della campagna di vaccinazione in Vallonia, è preoccupata per questa citazione e per gli effetti che potrebbe provocare nel corso della campagna per la quarta dose.
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