Nei mesi scorsi, la rivista scientifica Science segnalò per prima diversi casi di long covid dopo la vaccinazione.
Il primo caso è stato quello di Brianne Dressen, ex insegnante di una scuola materna a Saratoga Springs nello Utah, che, dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca a novembre 2020 durante un trial clinico, manifestò i classici sintomi del long covid.
Il marito, il chimico Brian Dressen, consultò molti specialisti per cercare di curare la moglie, una sportiva che si arrampicava sulle rocce, ridotta poche ore dopo il vaccino AstraZeneca su un letto con la vista offuscata, problemi di udito, debolezza muscolare, fibrillazioni cardiache e scosse elettriche improvvise.
La signora Dressen trascorre la maggior parte del suo tempo in una stanza buia, incapace di lavarsi i denti o di sopportare che i suoi bambini la tocchino.
Col passare del tempo, i Dressen hanno trovato altre persone che avevano avuto problemi di salute di lunga durata dopo un vaccino COVID-19, dello stesso tipo del long covid, ma si sono sentiti ignorati dai medici.
Gli esperti “hanno preso i dati e ci hanno lasciato in sospeso”, affermava una persona che si è recata all’agenzia governativa National Institutes of Health – NIH nella primavera del 2021. “Non ho cure, non ho idea di cosa stia succedendo al mio corpo”.
In Italia, secondo le ultime stime, potrebbe avere questi sintomi un numero enorme di cittadini, oltre 11 milioni. E’ quanto ha riportato nei giorni scorsi Il Fatto Quotidiano in un articolo sui sintomi da long covid.
“Stime precise ancora non ci sono”, dice Graziano Onder, coordinatore del gruppo di lavoro sul Long Covid di cui è capofila l’Istituto superiore di sanità: “Ci sono però vari studi internazionali che indicano in un 50% la percentuale di persone infettate che anche dopo la guarigione manifesta astenia, cioè uno stato di stanchezza cronica”. Una condizione che in Italia riguarderebbe, a fronte di oltre 23 milioni di contagiati, qualcosa come più di undici milioni di ex pazienti Covid. La sindrome è tuttora oggetto di studio: non esiste ancora una definizione condivisa a livello internazionale dalla comunità scientifica. E i sintomi attraverso i quali si può manifestare sono molti. L’Istituto superiore di sanità entro la fine dell’anno avvierà una attività di sorveglianza su un gruppo di persone che ne sono affette, con un monitoraggio che si protrarrà per un periodo compreso tra sei mesi e un anno.
Questa sindrome si manifesta prevalentemente (ma non solo) con estrema stanchezza, nebbia mentale e difficoltà di concentrazione, rallentamento cognitivo, dispnea, dolori muscolari.
Per la prima volta però è stato fatto un censimento di tutti gli ambulatori che si occupano della sindrome, e che sono oltre centodieci. “Ma ancora tanti pazienti non hanno punti di riferimento”, dice Giovanni Guaraldi, dell’ambulatorio Post-Covid dell’azienda ospedaliero-universitaria del policlinico di Modena, che ha già trattato 1.500 pazienti.
Entro la metà di novembre, l’Iss pubblicherà le raccomandazioni rivolte al personale sanitario dei centri che in Italia si stanno occupando di Long Covid.
Il governo, con il decreto Sostegni bis del maggio 2021, ha inserito la cura dei pazienti con Long Covid tra i Lea, i Livelli essenziali di assistenza, e stanziato complessivamente poco più di 58 milioni.
Ma la copertura finanziaria è prevista di fatto solo fino alla fine di quest’anno (nel 2023 ci saranno a disposizione appena 4,4 milioni).
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