CRISANTI CONFESSA: ” Non abbiamo avuto il coraggio di dire fin dall’inizio che 160 MORTI al GIORNO non erano no vax ma ERANO FRAGILI VACCINATI”.
I media al soldo delle lobby sono i maggiori responsabili di tutte queste morti, dal momento che nascondono le cause di questi decessi, chiamandoli malori improvvisi senza dare nessun’altra spiegazione. Sta di fatto che non c’è mai stata nella storia così tanti decessi per malore improvviso specie tra i giovanissimi. Ormai è l’ordine del giorno da bambini di 6 anni che muoiono di infarto a giovanissimi sportivi che hanno sempre condotto una vita sana. Ma se a morire per queste cause, fossero persone non vaccinate, ne parlerebbero tutti i giorni.
Giovane madre: Rieti, un malore, dopo cinque giorni la morte: Silvia Mostarda non ce l’ha fatta. Aveva 40 anni e madre di tre figli.
Il Reatino piange un’altra giovane vita, quella di Silvia Mostarda, 40 anni, originaria di Poggio Bustone e madre di tre figli, deceduta oggi, 9 agosto, nella sala rianimazione del policlinico Gemelli di Roma, dopo cinque giorni di strenua resistenza.
Silvia, conosciuta in città per aver lavorato in una nota catena di distribuzione alimentare locale, è stata colta da malore improvviso all’interno della sua abitazione, dove è stata ritrovata priva di sensi, ma ancora in vita, dai suoi genitori. Immediato l’intervento dei sanitari che, dopo averla trasportata all’ospedale de Lellis, hanno diagnosticato un ictus con conseguente emorragia cerebrale. Una condizione di gravità tale per la quale si è reso necessario il trasferimento al Gemelli in eliambulanza per provare a strappare Silvia Mostarda alla morte. Cinque giorni di coma indotto, in rianimazione, per provare a stabilizzare le sue condizioni ed evitare il peggio, ma purtroppo ieri poco prima di ora di pranzo, il post social di papà Claudio, noto in città col nome artistico di Giobbe e animatore di tante serate estive nei diversi locali cittadini, che faceva cadere anche l’ultima speranza: “La guerriera stanotte ha smesso di combattere. Ciao Silvia, Ciccetta mia, amore di papà. Ho cercato sempre, con tutte le forze di proteggerti e difenderti, ma stavolta è stato più difficile. Non sono stato capace, perdonami”.
Marco Ferroni.
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