Crosetto lo aveva già detto: servono più soldati, almeno 30mila unità in più. Per recuperarle a inizio mese aveva proposto di fermare l’Operazione strade sicure, che impiega circa seimila soldati sul territorio nazionale, per riportarli alle loro mansioni originarie.
Germania docet
Ora, il passo successivo, che segue da vicino le mosse di Germania e Francia, è il ritorno alla leva militare. Ad annunciarlo è lo stesso Ministro della Difesa, che starebbe lavorando a un disegno di legge, che dovrebbe passare dal Consiglio dei Ministri per poi approdare in discussione in Parlamento.
Di certo non c’è nulla, solo la volontà di ritornare alla leva militare, per ora solo su base volontaria, con l’obiettivo di creare un contingente di riservisti da utilizzare alla bisogna.
Potrebbe coinvolgere non solo i giovani, ma anche medici e militari in pensione, ex guardie giurate. Crosetto parla di almeno 10mila unità ma, sottolineano dal Ministero, “i numeri li deciderà il Parlamento”. “Non si tratta di Naja obbligatoria“, chiarisce ancora la Difesa per placare le critiche.
Da “educazione civica” a “educazione di guerra”
Non una novità, anzi, la leva militare è da sempre un cavallo di battaglia della Lega. Salvini infatti plaude all’iniziativa e rilancia una vecchia proposta di legge ferma in Parlamento che puntava a istituire la leva obbligatoria di sei mesi per ragazzi e ragazze.
Negli anni proposte simili erano state presentate come il tentativo di impartire una sorta di educazione civica ai giovani.
Ora però, con le velleità belliciste europee e l’ostruzionismo dichiarato alla pace tra Russia e Ucraina, la decisione assume contorni tutt’altro che educativi.
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