COSA ACCADEVA 2 GIORNI FA
Su iniziativa della Commissione e con il fortissimo sostegno dei “volenterosi”, ovvero i governi di Germania, Francia e Regno Unito, si sta portando avanti in Europa la proposta di utilizzare gli asset russi congelati, depositati presso istituti finanziari europei, per finanziare il governo ucraino nella guerra contro la Russia. Se questa proposta verrà votata nel Consiglio Europeo di questa settimana, le conseguenze potrebbero essere gravissime per la stabilità finanziaria dell’intera Europa. Sosteniamo con forza i governi di Ungheria, Slovacchia e Belgio che si oppongono strenuamente a questa assurda violazione del diritto internazionale.
Francesca Donato
Asset russi congelati, cosa sono
Il sostegno futuro dell’Unione Europea all’Ucraina passa (anche) dall’utilizzo degli asset russi. Si tratta di soldi investiti da grandi oligarchi e piccoli risparmiatori russi per acquistare titoli di Stato occidentali in stato di congelamento dal 1° marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’aggressione da parte di Mosca, come parte del primo pacchetto di sanzioni europee. Ecco a quanto ammontano e cosa sapere
Cosa sono gli asset e quanto valgono
Non solo titoli di Stato. Nell’elenco degli asset russi rientrano anche obbligazioni, quote societarie e riserve monetarie della Banca Centrale della Federazione Russa. Di questo tema si è parlato anche nell’ultima puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24: il valore complessivo di questi beni congelati sfiora i 330 miliardi di euro, di cui la maggior parte – 210 miliardi – si trovano all’interno dell’Unione europea.
Dove sono custoditi
La quota principale di asset, circa 190 miliardi, viene custodita in Belgio. A detenere la restante parte sono banche specializzate sparse tra Francia, Svizzera, Lussemburgo, Stati Uniti e altri Paesi.
Gli asset russi restano congelati ma Mosca non si ferma: il 16 gennaio la prima udienza contro Euroclear
“L’Ue ha deciso di prestare all’Ucraina 90 miliardi di euro senza utilizzare risorse russe”. Il titolo del più importante giornale economico russo Kommersant chiariva fin dall’alba di oggi che i miliardi russi non sono stati toccati per salvare Kiev, ma restano congelati, giuridicamente immobilizzati, nel territorio dell’Unione. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha spiegato che l’Ucraina sarà tenuta a rimborsare il prestito solo dopo che la Russia avrà versato un risarcimento e, in caso di rifiuto da parte di Mosca, ha aggiunto, l’Ue potrà usare i beni russi congelati per estinguere il debito gialloblu. Non il quotidiano russo, ma il Financial Times parla di “duro colpo politico” per alcuni leader Ue e per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: per finanziarie l’Ucraina verranno usati non fondi russi, ma quelli dei contribuenti europei. Ma non tutti: il prestito “non comporterà alcun obbligo finanziario per la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Slovacchia”, i cui leader si erano fermamente opposti al prestito.
Ci si chiede: chi si fiderà ancora ad investire in Europa?
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