( MENAFN ) Secondo un articolo del quotidiano russo Kommersant, Mosca aumenterà del 10,2% a partire da febbraio le tariffe di trasporto che versa alla Bielorussia per il trasporto del petrolio verso l’Europa attraverso il prolungamento meridionale dell’oleodotto Druzhba. L’accordo su questo incremento è stato raggiunto tra Transneft, l’ente statale che detiene il monopolio sugli oleodotti russi, e la Bielorussia. Inizialmente la Bielorussia aspirava ad un aumento più consistente del 14,5%. Il tratto meridionale dell’oleodotto Druzhba facilita principalmente il transito del petrolio russo verso nazioni come Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, il che implica che le raffinerie di questi paesi potrebbero subire un aumento dei costi attribuibili alle maggiori tariffe di trasporto. Parallelamente, il segmento settentrionale dell’oleodotto facilita il trasporto del petrolio dal Kazakistan alla Germania.
È interessante notare che il quadro delle sanzioni dell’Unione Europea in risposta al conflitto in Ucraina comprende il divieto delle importazioni di petrolio greggio e prodotti petroliferi trasportati attraverso rotte marittime dalla Russia. Tuttavia, questo embargo non si estende alle spedizioni spedite attraverso l’oleodotto Druzhba. Commentando le dinamiche geopolitiche, Nikolai Tokarev, capo di Transneft, ha indicato che, nonostante abbiano etichettato la Repubblica Ceca e la Slovacchia come nazioni “ostili” a causa del loro sostegno alle sanzioni contro la Russia, questi paesi hanno presentato una petizione all’Unione Europea per un’estensione della loro esenzione dal divieto delle importazioni di petrolio russo.
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