Per raggiungere il suo nuovo sogno, stavolta si è unito a una serie di miliardari che hanno investito in una startup australiana di tecnologia climatica che ha in programma di sconvolgere l’industria dell’agricoltura animale (che emette metano), con un additivo per mangimi sintetizzato in laboratorio.
Breakthrough Energy Ventures LLC, guidata dal fondatore di Microsoft Corp. e Harvest Road Group di Andrew Forrest hanno partecipato a un round di finanziamento di 12 milioni di dollari per la fase 2 di Rumin8 Pty, secondo quanto dichiarato lunedì. L’azienda, con sede a Perth, sta sviluppando un integratore per il bestiame a base di bromoformio replicato sinteticamente, l’ingrediente attivo presente in un’alga rossa.
Secondo uno studio, se si desse alle mucche un’alga nel loro mangime si potrebbe ridurre il 98% delle loro emissioni di metano. Il bestiame è responsabile di quasi un terzo delle emissioni di metano prodotte dall’uomo, indicato quale maggiore responsabile del riscaldamento globale dopo l’anidride carbonica.
L’investimento, che sarà utilizzato per sperimentazioni commerciali, giunge in un momento di crescente preoccupazione per l’impatto dell’agricoltura animale che emette gas a effetto serra. Gates ha criticato apertamente il settore e ha sostenuto altre aziende come Beyond Meat Inc. e Impossible Foods Inc.
Oltre a Gates, tra gli investitori miliardari che sostengono Breakthrough Energy ci sono il fondatore di Amazon.com Inc. Jeff Bezos, Jack Ma di Alibaba Group Holding e l’ex sindaco di New York e presidente del Consiglio dei Ministri.
Ma queste pratiche sono sicure per gli animali?
Ci si interroga sugli effetti a lungo termine e l’equazione non è così semplice.
Joël Bérard del centro di competenza svizzero per la ricerca agronomica Agroscope rammenta che la somministrazione di inibitori del metano è un campo relativamente nuovo e l’esperienza pratica è ancora limitata.
“Una riduzione significativa a lungo termine delle emissioni di metano da parte dell’animale è stata dimostrata soltanto in casi isolati”, scrive.
Una valutazione sull’efficacia degli additivi alimentari, pubblicata a fine 2021, giunge alla conclusione che solo tre delle dieci categorie di additivi considerati (il 3-nitrossipropanol, le alghe del genere Asparagopsis e i nitrati) riducono le emissioni di metano più del 10%.
Bérard evidenza un altro problema: gli effetti a lungo termine sulla salute degli animali sono ancora sconosciuti.
Il maggior utilizzo di olii vegetali e di semi oleaginosi potrebbe influire negativamente sulla funzione del rumine e i componenti del latte, mentre i nitrati potrebbero incidere sulla salute dell’animale, stando a una pubblicazione dello scorso giugno.
“Gli additivi possono anche attaccare o inibire i microrganismi benefici presenti nel rumine, che consentono di utilizzare in modo ottimale le risorse alimentari naturali, in particolare le fibre dell’erba e del fieno”, afferma Bérard.
“Eventuali effetti a breve o lungo termine dipendono anche dal dosaggio e vanno studiati attentamente”, afferma Niu. Il professore dell’ETHZ sottolinea l’importanza di tener conto di altri aspetti dell’alimentazione dell’animale, ad esempio la proporzione tra foraggio e concentrati. Anche l’aumento della longevità della mucca e la selezione genomica di animali a minori emissioni potrebbero favorire la riduzione di metano per litro di latte prodotto.
Link allo studio:
https://www.journalofdairyscience.org/article/S0022-0302(22)00392-7/fulltext