Di Cesare Sacchetti
Nel piccolo paesino di Garlasco la verità ancora non è venuta fuori.
Si è messo in moto il circo mediatico da poco perché viene scritto che il caso è stato riaperto dalla magistratura locale dopo l’iniziativa del PM Napoleone, eppure ancora molto non è stato detto su tale delitto.
Ad esempio, non è stato detto perché dopo l’omicidio di Chiara non vennero fatti i test del DNA sulle 7 paia di mutande sporche rinvenute nella casa della famiglia Poggi, che forse non erano nemmeno della povera ragazza uccisa.
Su quegli indumenti c’erano probabili tracce dell’assassino o degli assassini, ma la magistratura all’epoca non sembrava molto intenzionata a seguire la via che portava alla verità su questa storia, qualsiasi essa sia.
Si voleva piuttosto cercare un colpevole di comodo, un perfetto capro espiatorio ancora oggi perfetto per nascondere i veri responsabili di un omicidio che forse vede coinvolti personaggi ben più ingombranti e motivati di un giovane studente universitario come Alberto Stasi.

Alberto Stasi
Solitamente quando le indagini non vengono condotte bene sin dal principio, e quando iniziano stranamente a sparire elementi di prova, a non essere realizzati dei test e degli esami decisivi per stabilire cosa è veramente accaduto, allora quello è il segnale che si è quasi certamente messo in moto un meccanismo che vuole nascondere, insabbiare, fare di tutto per non far emergere delle indicibili verità che potrebbero turbare qualcuno di ben più potente di Stasi.
E’ una sorta di minimo comun denominatore dei misteri del secondo dopoguerra in Italia, la quale una volta finita suo malgrado in mano a centri di potere angloamericani, ha finito per essere il teatro di misteriosi delitti, di stragi anomale e di altri episodi nei quali costantemente si incontrava la mano dei servizi segreti, di Gladio, della CIA e, ovviamente, della immancabile massoneria.
Il delitto di Chiara Poggi forse è un altro di quei misteri italiani del secondo dopoguerra nei quali i vari apparati che compongono la cosiddetta repubblica di Cassibile si mettono tutti all’opera, all’unisono, per proteggersi gli uni con gli altri.
E’ un sistema che si basa sulla reciproca collaborazione delle sue parti, e quando questa viene meno, allora c’è il serio rischio che la verità possa venire fuori perché i vari membri di questo apparato hanno iniziato a pestarsi i piedi gli uni con gli altri.
E’ forse questa la ragione per la quale dopo 18 lunghi anni iniziano a venire fuori prove e indizi che prima erano ben chiusi nei cassetti e che adesso iniziano magicamente a circolare sulle reti sociali e nelle televisioni.
Si presti bene attenzione a talune dinamiche.
In questa volontà di far emergere certe prove e indizi un tempo nascosti, occorre essere accorti anche a coloro che magari fanno uscire un pezzo di verità per poi metterci subito dentro un pezzo di menzogna e portare così i vari lettori in un labirinto cieco, nel quale alla fine diventa impossibile trovare la verità.
Se si parte però da degli elementi oggettivi che sono emersi nelle ultime settimane e si inizia a metterli sotto la lente investigativa e trovare il filo comune che li unisce tutti, forse allora si riesce a mettere insieme i vari pezzi del puzzle e a trovare la soluzione al caso.
Chiara Poggi informatrice dei servizi?
Si era visto la volta precedente che sulla scrivania di Chiara c’era uno strano appunto, un foglietto con su scritto “il telefono del detective squillò Dreen. 4146, una soffiata”, e si era appreso che il codice scritto dalla Poggi non era proprio uno che tutti avevano a disposizione.

L’appunto sulla scrivania di Chiara con lo strano messaggio
Era un codice assegnato a dei dipendenti del ministero dell’Interno quando dovevano eseguire le loro telefonate e metterle a carico dell’operatore telefonico.
Non sono elementi che suggeriscono che Chiara Poggi fosse una semplice impiegata.
Chiara Poggi conosceva degli aspetti e dei codici che soltanto alcune persone potevano conoscere, e se si guardano le ricerche fatte dal suo computer si trovano argomenti chiave quali la pedofilia e le sette sataniche.
A Garlasco, in questo piccolo paesino del pavese che in pochi conoscevano prima del delitto della povera Chiara, sembra esserci una realtà nascosta, inquietante, nella quale sono seppelliti oscuri segreti custoditi da ambienti potenti e pericolosi.
Chiara forse aveva scoperto qualcosa di serio e questo spiega perché aveva a disposizione un codice riservato ai dipendenti del Viminale e indica che forse era in contatto con qualcuno delle forze dell’ordine e dei servizi al quale stava passando delle informazioni.
Nessuno sembra aver mai preso in considerazione tale pista, ovvero l’ipotesi che Chiara Poggi fosse una informatrice dei servizi ai quali faceva arrivare determinate informazioni su delle oscure realtà che c’erano a Garlasco, e sulle quali la magistratura non voleva indagare per non disturbare i veri potenti che controllano non soltanto le toghe ma la politica, la finanza e ogni apparato che conta in questo Paese.
Il criptico messaggio in ebraico di Bertani
Se si guarda a quanto emerso recentemente in merito ad un criptico messaggio lasciato da Michele Bertani un ragazzo di Garlasco, amico di Sempio, uno degli ultimi sospettati, già prosciolto anni addietro, forse si riesce a trovare il bandolo di questa intricata matassa.
Bertani prima di togliersi la vita scrisse su Facebook questo criptico messaggio.

Lo strano e critptico messaggio di Bertani
“”La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!!”
Se si mettono insieme le lettere minuscole di tale messaggio, ne viene fuori tale scritta.
“A eria’ ta elle oe he euno sa”
Non è italiano, ma ebraico e sta a significare “c’era una ragazza lì che sapeva”.
Bertani forse sapeva la verità sui veri mandanti dell’omicidio di Chiara Poggi ed era a conoscenza di quello che sapeva la ragazza uccisa?
Il ragazzo di Garlasco non sembrava proprio un giovane qualunque.

Michele Bertani
Bertani intanto mostrava un interesse spiccato, certamente non comune, per l’ebraismo e uno dei suoi libri sacri come la Cabala, che assieme al Talmud, rappresenta il secondo pilastro dell’ebraismo moderno.
La Cabala è un libro magico, mistico, studiato dai vari occultisti di tutto il mondo e tra i vari divi di Hollywood esso viene preso a riferimento per il viaggio verso l’occulto che questi personaggi sono disposti a compiere pur di compiere la loro scalata verso la gloria e il successo, e tra i vari seguaci di tale culto ci sono personaggi come Madonna, Britney Spears, Demi Moore e Ashton Kutcher.
Lo stesso viaggio iniziatico che intraprende il massone che sale il primo gradino della libera muratoria fino ad arrivare al 33°, il grado più alto, si fonda sul cammino dell’albero della vita della Cabala, composto appunto da 32 passaggi prima di arrivare al vertice della massoneria e di conoscere il segreto alla base di questa società occulta.
Bertani sembrava avere certamente famigliarità con tali concetti e con lo studio dell’ebraismo, soprattutto se si pensa che su Facebook aveva adottato come soprannome quello di Mem He Shin, che sempre nella Cabala ebraica risulta essere il quinto nome di Dio.
Si entra così in un territorio del tutto diverso da quello nel quale alcuni personaggi come l’avvocato dello stesso Sempio, Massimo Lovati, volevano apparentemente condurre diverse persone quando questi disse che in tale oscura storia c’era coinvolta la Chiesa Cattolica, mentre qui si è in presenza di oscure parole ebraiche e sette sataniche che a Garlasco sembrano molto più radicate di quello che si pensasse.
La strana scia di “suicidi” di Garlasco
Bertani si sarebbe impiccato nel 2016, ma a questo punto non è da escludersi che forse questa morte non sia stata veramente un suicidio, ma forse uno di quegli omicidi mascherati da suicidi che nel piccolo paese di Garlasco sembrano essere frequenti.
Era già successo infatti nel marzo del 2012, quando venne rinvenuto privo di vita Giovanni Ferri, pensionato 88enne, con la gola e i polsi tagliati e posto in un piccolo spazio stretto.
Non c’erano coltelli o lame vicine al corpo, e tutto faceva pensare che l’anziano uomo di Garlasco non si era certo suicidato, ma che invece fosse stato ucciso da qualcuno.
In paese si pensa che Ferri sapesse cosa era successo a Chiara.
Si pensa che avesse visto qualcosa che non doveva vedere, e allora i veri responsabili dell’omicidio della ragazza si sarebbero subito mossi per eliminare quello che forse era diventato un testimone scomodo e pericoloso, pronto a rivelare da un momento all’altro quello che sapeva sui fatti di Garlasco.
Simile sorte potrebbe essere toccata al medico condotto del paese, il dottor Corrado Cavallini, trovato morto nella sua abitazione a Vigevano dopo essersi apparentemente somministrato una iniezione letale.
Nessuna nota suicidaria a fianco al suo corpo, nessuna mania depressiva e nessuna manifesta intenzione di togliersi la vita.
Le autorità fecero molto presto anche in tal caso a derubricare il tutto come suicidio nonostante ci fossero degli elementi molto anomali sulla morte di Cavallini, e nonostante la morte del dottore era probabilmente legata a quella di Ferri, poiché il secondo si sarebbe confidato con il primo riguardo a qualcosa che aveva visto il giorno della morte di Chiara.
Cavallini era stato tra i primi a prestare assistenza alla vedova del pensionato Ferri, e forse è in quegli istanti che la signora Ferri fa al medico la confidenza su cosa sapeva il marito e su quello che aveva potuto portare al suo più che probabile omicidio.
Sempio potrebbe essere il terzo ed ultimo anello di questa catena di strani suicidi.
Il giovane, come detto, si sarebbe impiccato eppure il nodo della sua corda era piuttosto elaborato e difficile da fare da solo.
Anche in tale morte si vede una mano esterna che voleva mettere in scena un suicidio e silenziare così un altro scomodo testimone che su Facebook aveva scritto un criptico messaggio probabilmente subito interpretato correttamente da chi ha veramente concepito anche quest’altro omicidio.
Secondo alcuni testimoni, il giorno del delitto di Chiara, vicino alla sua abitazione si sarebbe aggirata un’auto di colore scuro, simile a quella che aveva Bertani all’epoca del delitto.
Bertani aveva avuto qualche ruolo nella morte di Chiara Poggi e a distanza di anni, nel 2016, aveva deciso di far sapere quanto accaduto?
Sicuramente appare certo un fatto.
A Garlasco, più di qualcuno sa quello che è accaduto e un apparato potente si è adoperato per insabbiare la verità.
Una verità che Chiara sembrava conoscere piuttosto bene a giudicare dai suoi interessi, dai suoi possibili contatti istituzionali e dalle sue ricerche del tutto particolari.
La domanda però resta sempre la stessa, immutata.
Un potente giro pedofilo a Garlasco?
Qual è il filo rosso di tale verità che unisce ognuna di queste morti?
Il filo rosso potrebbe essere proprio quello della pedofilia, delle sette sataniche e delle massonerie, ebraiche e non, apparentemente coinvolte in questa faccenda.
Proprio in questi giorni sono arrivate dal Parlamento israeliano delle altre verità agghiaccianti.
Delle vittime di una rete pedofila israeliana si sono fatte avanti pubblicamente e hanno iniziato a raccontare quello che hanno subito.
E’ un vero e proprio viaggio nel mondo dell’orrore.
Le sopravvissute hanno raccontato di essere state stuprate sin dalla prima infanzia da un gruppo di politici israeliani che hanno in mano le redini dello stato ebraico, e che sono in grado di arrivare ovunque, avendo così il potere di sopprimere queste indicibili verità.
Tra le vittime ormai divenute donne c’è Yael Shitrit, che ha rivelato come i signori di tale rete pedofila si servano di programmi di controllo del pensiero per programmare la mente delle vittime e portarle così a dimenticare quanto accaduto, fino a quando poi il ricordo dell’abuso riaffiora improvvisamente nella mente di chi lo subisce a distanza di anni, con tutta la sua brutale ferocia e violenza.

La testimonianza delle donne abusate al Parlamento israeliano
Sono storie di abusi di gruppo perpetrati ai danni degli innocenti, e sono le storie che i massoni di alto grado pentiti, come Bill Schnoebelen, hanno rivelato.
C’è un legame inestricabile infatti tra massoneria e pedofilia perché il massone nella sua mente deviata è convinto che l’abuso dell’infante possa dargli l’immortalità e l’eterna giovinezza che egli insegue a tutti i costi.
E’ tale inconfessabile segreto che lega i membri di questa cabala pedofila che vengono anche ripresi in video poi per innescare così un intricato gioco di ricatti a vicenda perché il silenzio dell’uno è la polizza assicurativa dell’altro ed è su questo giuramento omertoso che si fonda tale potere.
Chiara Poggi forse era entrata in tale territorio.
Era entrata a contatto con degli elementi di oscuri ambienti che dopo la sua morte hanno iniziato a poco a poco a togliere dalla scena i vari protagonisti di tale vicenda.
Si diceva al principio che generalmente soltanto se qualcuno che appartiene a tali ambienti inizia a parlare o manifestare l’intenzione di far trapelare ciò che sa, la verità può venire alla luce.
A pensarci bene, sembra essere principalmente questa la chiave di lettura che può spiegare perché soltanto ora iniziano ad uscire fuori informazioni che anche prima erano note, e perché soltanto ora, in un luogo come la Knesset, si inizi a dire che dei deputati israeliani sono dei pedofili incalliti membri di un potente giro criminale che non ha soltanto in mano lo stato di Israele, ma tutti le varie istituzioni internazionali del potere che conta davvero.
I membri di questo apparato ora però sono in guerra aperta tra di loro.
Lo si vede nello stesso stato ebraico, dove ormai la convivenza tra sionisti messianici e progressisti sorosiani appare diventata impossibile, e lo si vede anche da quest’altra parte, in Italia, il Paese dei misteri insanguinati, dove la massoneria è dilaniata da tremendi scismi e faide, ben peggiori di quelli visti all’inizio del secolo scorso, dopo il primo scisma tra la massoneria di piazza del Gesù, il Rito Scozzese, e quella di palazzo Giustiniani, il Grande Oriente d’Italia.
E’ in tale generale guerra “fratricida” che si iniziano ad aprire gli armadi dove sono riposti degli scheletri insanguinati.
E’ per questo che forse si riuscirà in questa avvincente fase di fine impero a sapere non solo la verità sulla morte di Chiara Poggi, ma anche quella forse su tutta la scia di sangue portata dalla repubblica di Cassibile.
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