Non è stato il primo, anche se per gravità non ha precedenti
ALESSANDRO MONDO
TORINO. Non è stato il primo, anche se per gravità non ha precedenti, e non è detto che sia l’ultimo. Parliamo dell’attacco informatico, devastante, subìto nei giorni scorsi dall’Asl Città di Torino, tra le più grandi in Italia, che ancora oggi compromette la regolare erogazione dei servizi. Un’incursione che preoccupa non solo i vertici dell’azienda sanitaria ma l’Ordine dei Medici di Torino, con riferimento alla effettiva sicurezza dei dati trasmessi e conservati nei server e nelle banche dati e la necessità di avere garanzie in proposito.
Fenomeno diffuso
Tanto più che, ricorda il dottor Guido Giustetto, presidente dell’Ordine, sono sempre più frequenti gli attacchi ai sistemi informatici delle pubbliche amministrazioni, e in particolare a quelli delle strutture sanitarie: “Episodi che, come si è potuto constatare, si ripercuotono sull’erogazione delle cure e dei servizi ai cittadini, che in questi giorni sono stati garantiti, pur tra molte difficoltà e con rischi personali, solo grazie all’impegno, alla dedizione e alla professionalità dei medici, dei sanitari e degli amministrativi”.
Riservatezza a rischio
Oltre a questo, aggiunge Giustetto, il tema della sicurezza dei dati incide direttamente sul rapporto di fiducia medico-paziente, che si basa anche sulla garanzia di riservatezza. È un aspetto di estrema importanza: il Codice di Deontologia medica prevede espressamente che delle informazioni sensibili raccolte nel corso della relazione di cura, della loro conservazione e del trattamento, sia responsabile il medico, che ha l’obbligo di accertarsi che sia tutelata la riservatezza e la sicurezza anche nelle banche dati gestite da altri enti. “Ogni volta che vengono messi in rete dati sensibili dei pazienti – aggiunge – si affida a uno strumento terzo il rapporto di fiducia medico-paziente, che è basato sul segreto professionale e sulla riservatezza, e di cui è proprio il medico il responsabile e il garante. Chiediamo quindi che ci sia massima attenzione alla sicurezza nella conservazione dei dati sanitari”.
Standard internazionali
La “questione informatica” in sanità è delicata e composita. L’Ordine di Torino se ne sta occupando da alcuni anni, “anche sollecitando la scelta di sistemi informativi performanti, rispettosi degli standard internazionali, agili in funzione di una reale ottimizzazione dei percorsi di cura a favore dei cittadini, in modo che le incombenze informatiche non sottraggano tempo alla relazione medico-paziente. E, soprattutto, sicuri”. Tanto che, si ricorda, lo scorso novembre l’Ordine aveva scritto una lettera alla Regione per avere informazioni in merito ai provvedimenti adottati per garantire la sicurezza dei dati in ambito sanitario”. Nessuna risposta, naturalmente.
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