Il Dipartimento di Giustizia Usa pubblica migliaia di documenti sul caso Jeffrey Epstein: carte, foto e rubriche telefoniche, ma con ampie censure a tutela delle vittime.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha pubblicato sul proprio sito una vasta mole di documenti relativi al caso di Jeffrey Epstein, il finanziere morto suicida in carcere nel 2019, condannato per reati di abuso sessuale su minori. La diffusione è avvenuta a poche ore dalla scadenza fissata dal Congresso degli Stati Uniti per la desecretazione del materiale.
Una “biblioteca” di atti tra carte giudiziarie e richieste di accesso
La pagina dedicata, definita una vera e propria “biblioteca completa su Epstein”, raccoglie migliaia di pagine di documenti, centinaia di foto e video, registrazioni telefoniche e una rubrica di quasi 100 pagine. Le carte sono suddivise in più sezioni: documenti giudiziari dei procedimenti penali e civili, materiali diffusi in base alla legge approvata dal Congresso e firmata da Donald Trump, atti rilasciati tramite richieste di accesso agli atti pubblici e documenti della commissione di sorveglianza della Camera.
Censure estese e tutela delle vittime
Una prima analisi evidenzia come gran parte del materiale sia pesantemente censurata. Il vice procuratore generale Todd Blanche ha chiarito che i nomi delle vittime sono stati oscurati, così come qualsiasi elemento che possa consentirne l’identificazione. Secondo quanto riferito, nei file compaiono i nomi – censurati – di circa 1.200 giovani donne abusate da Epstein e dai suoi sodali.
Foto inedite e personaggi noti senza contesto
Tra i documenti figurano anche centinaia di fotografie, molte delle quali mai pubblicate prima. Alcuni scatti ritraggono Epstein e la sua storica complice Ghislaine Maxwell in vacanza insieme a personaggi noti come Bill Clinton, Michael Jackson e Richard Branson. Le immagini, tuttavia, risultano prive di contesto e di difficile interpretazione, con volti spesso oscurati e senza indicazioni chiare su luoghi e circostanze.
Rubriche telefoniche e liste oscurate
Nelle 95 pagine di rubriche telefoniche compaiono migliaia di nomi appartenenti al mondo dello spettacolo, della finanza e dell’imprenditoria internazionale, inclusi anche alcuni italiani già emersi in passato. Presente anche una “Masseuse List”, un elenco di 254 presunte massaggiatrici, i cui nomi risultano integralmente coperti da omissis. La consultazione risulta complessa anche perché molti file sono in formato Pdf non indicizzabile.
Reazioni politiche tra Casa Bianca e opposizione
Per la Casa Bianca, la pubblicazione dimostra la volontà di trasparenza dell’amministrazione Trump. La portavoce Abigail Jackson ha parlato del presidente come “il più trasparente della storia”. Di segno opposto la posizione del deputato democratico Ro Khanna, che ha definito la divulgazione “deludente” e ha avvertito che, in caso di mancato rispetto della legge, il Congresso potrebbe valutare iniziative contro l’attorney general Pam Bondi e lo stesso Blanche.
Secondo il Dipartimento di Giustizia, ulteriori documenti potrebbero essere resi pubblici nelle prossime fasi, compatibilmente con le indagini ancora in corso e con la tutela delle vittime.
Pubblicati i file su Jeffrey Epstein: oltre 100mila pagine ma è solo l’1% del materiale

Accuse di censura, scontro tra democratici e repubblicani e interrogativi sulla trasparenza dell’amministrazione Trump.
Oltre 100.000 pagine di documenti, migliaia di foto e video, una vasta rubrica telefonica e i nomi censurati di circa 1.200 giovani donne abusate da Jeffrey Epstein. È questo il contenuto dei file resi pubblici dal Dipartimento di Giustizia americano. Secondo diversi analisti, tuttavia, il materiale diffuso rappresenterebbe appena l’1% delle carte effettivamente in possesso dell’Attorney General, lasciando aperti interrogativi su quanto sia rimasto nei cassetti dell’amministrazione federale.
Censure e accuse di protezione dei potenti
La pubblicazione è accompagnata da pesanti oscuramenti. Il vice procuratore generale Todd Blanche ha spiegato che la censura sarebbe stata applicata per tutelare le vittime. Democratici e una parte dei repubblicani sostengono invece che si tratti di un espediente per continuare a proteggere figure potenti che, pur a conoscenza dei fatti, non avrebbero denunciato o avrebbero partecipato direttamente agli abusi.
Il ruolo di Donald Trump nei documenti
Il presidente Donald Trump compare marginalmente nelle carte: qualche riferimento, alcune fotografie e la presenza nella rubrica telefonica insieme all’ex moglie Ivana e alla figlia Ivanka. Proprio questa assenza rilevante ha alimentato sospetti sia nell’opposizione democratica sia in una parte della base Maga più radicale, che accusa la Casa Bianca di voler nascondere la verità.
Clinton, Andrea e i nomi del gotha mondiale
Diversa la posizione dell’ex presidente Bill Clinton, che emerge con maggiore frequenza nelle fotografie di Epstein, insieme all’ex principe Andrea. Nella rubrica di quasi 95 pagine figurano inoltre migliaia di nomi del mondo dello spettacolo, della finanza e dell’imprenditoria: da Mick Jagger a Phil Collins, fino a Henry Kissinger. Tra gli italiani compaiono anche Flavio Briatore e Giuseppe Cipriani, nomi già emersi in passato senza che ciò costituisca di per sé prova di responsabilità penali.
Le vittime tra sollievo e delusione
Le persone più danneggiate restano le vittime di Epstein, protagoniste per anni di una battaglia al Congresso per ottenere la divulgazione dei documenti. Se da un lato alcune si sono dette soddisfatte, dall’altro è emersa una forte delusione. Sky Roberts, fratello di Virginia Giuffrè, ha denunciato pubblicamente le omissioni chiedendo cosa venga ancora nascosto dalle autorità.
Congresso pronto allo scontro
La Casa Bianca ha difeso la pubblicazione come una prova di trasparenza dell’amministrazione Trump. Di segno opposto le reazioni al Congresso. Il deputato democratico Ro Khanna ha parlato di una diffusione “deludente e non trasparente”, avvertendo che potrebbero scattare iniziative di impeachment contro l’Attorney General Pam Bondi e il vice Blanche. Sulla stessa linea il repubblicano Thomas Massie, che ha accusato il Dipartimento di Giustizia di violare gravemente la legge che imponeva la divulgazione.
La replica di Clinton
L’entourage di Clinton ha respinto ogni accusa, sostenendo che il riferimento ai rapporti dell’ex presidente con Epstein servirebbe a distogliere l’attenzione da quelli tra Trump e il finanziere. Secondo il portavoce Angel Urena, esisterebbero due categorie: chi ha interrotto i rapporti prima che i crimini emergessero e chi li avrebbe proseguiti anche dopo. Una distinzione che, a distanza di anni, continua ad alimentare uno dei casi più controversi della politica americana recente.
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