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Il decreto coprifuoco rappresenta una misura straordinaria per il controllo della circolazione stradale, introducendo restrizioni temporali significative su tutto il territorio nazionale interessato. A partire da novembre 2025, il governo italiano ha stabilito un divieto di circolazione dalle 9 alle 22, un orario ancora più ampio rispetto alle tradizionali limitazioni serali. La normativa prevede sanzioni severe sia per i conducenti che per le aziende nel caso di violazione, con pochissime eccezioni permesse. Le deroghe riguardano principalmente gli spostamenti verso centri di revisione veicoli, il rientro alle sedi aziendali entro 80 chilometri e situazioni di comprovata necessità, sempre nel rispetto del divieto di utilizzare autostrade.
Il decreto introduce una struttura temporale ristretta che modifica significativamente le abitudini di mobilità, specialmente nei mesi autunnali e invernali. La fascia oraria dalle 9 alle 22 rappresenta quasi l’intero arco della giornata lavorativa, costringendo cittadini e imprese a riorganizzare completamente i loro spostamenti. Il blocco della circolazione è concepito come misura di ordine pubblico e sicurezza stradale, anche se l’ampiezza della restrizione ha generato non poche critiche da parte di operatori economici e trasportatori.
Orari e zone di applicazione
La normativa stabilisce il divieto assoluto dalle 9 alle 22, un intervallo temporale che coincide con la maggior parte delle attività economiche e professionali. Questo significa che durante tredici ore consecutive della giornata non è possibile circolare liberamente su strada, indipendentemente dal motivo dello spostamento. A differenza dei precedenti decreti che limitavano la circolazione notturna, questa misura colpisce anche le ore diurne, rendendo ancora più complessa la pianificazione di qualsiasi movimento. La restrizione si applica a tutto il territorio interessato dal provvedimento, senza differenziazioni geografiche o per tipo di via.
Sanzioni previste
Le conseguenze della violazione del decreto sono particolarmente severe e rappresentano uno dei deterrenti principali. Chi viene sorpreso a circolare fuori dall’orario consentito va incontro a sanzioni molto gravi, sia come conducente singolo che come rappresentante di un’azienda. Le pene non si limitano a semplici multe, ma includono possibili ritiri di patente, sequestro del veicolo e responsabilità civile verso terzi. Per le imprese, le violazioni possono comportare la responsabilità dell’azienda oltre a quella del singolo autista, creando un sistema di doppia responsabilità che scoraggia qualsiasi tentativo di violazione.
Spostamenti verso centri di revisione
Una delle poche eccezioni previste dal decreto riguarda il raggiungimento dei centri di revisione veicoli. L’articolo 7, comma 4 del provvedimento permette espressamente ai conducenti di recarsi presso i centri autorizzati anche durante i giorni soggetti al divieto, purché il tragitto non includa tratti autostradali. Questa deroga riconosce la necessità pratica di mantenere i veicoli conformi alle normative di sicurezza, evitando che il coprifuoco impedisca del tutto l’accesso ai servizi di manutenzione obbligatoria.
Un’altra importante deroga riguarda il ritorno alle sedi principali o secondarie dell’impresa. La normativa consente ai dipendenti di rientrare verso le proprie sedi operative entro una distanza massima di 80 chilometri, un aumento significativo rispetto ai precedenti 50 chilometri. Per accedere a questa eccezione, è necessario esibire il certificato della Camera di Commercio che attesti l’effettiva localizzazione della sede. Anche in questo caso, il vincolo di non utilizzare autostrade rimane inderogabile, limitando la velocità di percorrenza e aumentando i tempi di spostamento.
Limitazioni comuni a tutte le deroghe
Indipendentemente dal tipo di eccezione, nessun tragitto derogatorio può includere tratti autostradali. Questo rappresenta una limitazione cruciale che restringe ulteriormente la praticità delle deroghe stesse, poiché costringe a percorsi più lunghi e tortuosi. La norma mira probabilmente a mantenere il controllo sulla circolazione anche nelle situazioni di eccezione, evitando che le deroghe si trasformino in scappatoie sistematiche al divieto principale.
Conseguenze per i lavoratori
Il decreto coprifuoco crea una situazione senza precedenti per i lavoratori italiani, soprattutto coloro che operano in settori con elevata mobilità territoriale. Venditori, consulenti, tecnici e figure professionali simili si trovano impossibilitate a svolgere le loro mansioni durante la fascia oraria più produttiva. Molti saranno costretti a richiedere permessi speciali, a riorganizzare completamente il loro orario di lavoro o addirittura a perdere giorni di lavoro, creando un impatto economico significativo sia a livello individuale che aziendale.
Ripercussioni sulle imprese di trasporto
Per le aziende di autotrasporto, le restrizioni rappresentano una sfida ancora maggiore. Gli orari di consegna dovranno essere completamente rivisti, con costi aggiuntivi derivanti dalla necessità di organizzare trasporti notturni o mediante anticipi verso le prime ore del mattino. Il settore della logistica e della distribuzione sarà probabilmente quello più colpito, con effetti a cascata sulla catena di approvvigionamento nazionale.
Nonostante il rigore della norma, il decreto prevede alcuni aggiustamenti pensati per agevolare gli autotrasportatori. L’aumento della distanza per il rientro da 50 a 80 chilometri rappresenta un tentativo di rendere meno impraticabili le operazioni logistiche, sebbene le limitazioni rimangono notevoli. Le imprese dovranno comunque investire in nuove strategie organizzative e in sistemi di pianificazione più sofisticati.
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